ANTONELLI - fillia - MOLLINO - LUSSO
Borgo Vanchiglia - La Montmartre futurista dal cuore swing
Borgo Vanchiglia dista poche centinaia di metri dal centro storico di Torino, e vanta una notevole rilevanza nella storia artistica della città, primato spesso sottovalutato a livello promozionale e turistico.
Tra i motivi di visita il principale è la presenza della famosa casa di Alessando Antonelli, detta Fetta di Polenta, che puù essere considerato il primo grattacielo dell'antichità subalpina.. Pochi sanno, però, che questa strana e strettissima costruzione, ospitò gli studi dei pittori Camino, Gastaldi, Righini, Silvestri (di Milano), Umphembach (di Francoforte), Demi (di Firenze) e del cesellatore Magnani.
Il quartiere ha sempre avuto una vocazione eclettica, accolse infatti i protagonisti delle arti figurative fin da metà ottocento: Vela (ticinese), Albertoni, Biscarra, Dini, Simonetta, Augero, Perotti, Gamba e Gonin. Non per nulla una delle sue vie si chiama ancor oggi degli Artisti. |
Tavena del Santopalato
Il locale è proprietà di Angelo Giachino, gli ambienti e l'arredo sono curati dall’architetto Diulgheroff e dallo stesso Fillia, ma la vera rivoluzione è il menù.
Alla mezzanotte dell’8 marzo 1931 e fino alle 4 del mattino, Futuristi di tutta Italia, ma anche giornalisti e notabili, cenarono all’inaugurazione del Santopalato. Quattordici le portate, pensate da Fillìa e Paolo Alcide Saladin, in collaborazione coi cuochi Ernesto Piccinelli e Celeste Burdese: |
I Futuristi invadono la piazza
Nei primi decenni del secolo scorso in questa zona si riunivano i futuristi nella Taverna del Santopalato, in Via Vanchiglia, 2. Luigi Colombo, che divenne celebre come Fillìa, decise di abbracciare la nuova corrente e in pochi anni ne divenne uno dei maggiori rappresentanti .
Sarà quindi naturale per Fillìa, voler realizzare a Torino il primo e unico ristorante interamente dedicato alla rivoluzionaria cucina futurista dove le idee stesse di macchina e ingranaggio, cari all’immaginario di tale avanguardia, trovarono ampia realizzazione nei dettaglii architettonici, estetici e letterari. |
- Aerovivanda – tattile, con rumori ed odori (ideata da Fillìa)
- Brodo solare (ideato da Piccinelli Ernesto)
- Tuttoriso – con vino e birra (ideato da Fillìa)
- Carneplastico – polpettone di carne con 11 tipi di verdura 3 tipi di carne e avvolto da unao strato di miele: elementi usati ad indicare orti, giardini e pascoli i territori d’Italia. (ideato da Fillìa)
- Ultravirile (ideato da P.A. Saladin)
- Paesaggio alimentare (ideato da Angelo Giachino)
- Mare d’Italia (ideato da Fillìa)
- Insalata mediterranea (ideata da Burdese Celeste)
- Pollofiat (ideato da Diulgheroff)
- Equatore + Polo Nord (ideato da E. Prampolini)
- Dolcelastico (ideato da Fillìa)
- Reticolati del cielo (ideato da Mino Rosso)
- Frutti d’Italia (composizione simultanea)
- Vini Costa, Birra Metzger, Spumanti Cora, Amaro Cora, Caffè Miscela Sublime
Mentre si lavorava alla decorazione del locale, Ercole Moggi, uno dei più brillanti giornalisti italiani, così annunciò sulla Gazzetta del Popolo del 21 Gennaio 1931, in un capocronaca di due colonne, la progettata manifestazione: «Una comunicazione del pittore Fillìa, vicesegretario generale del movimento futurista italiano alla stampa romana, ha messo a rumore gli ambienti gastronomici della capitale, compresi quelli giornalistici, gelosi della tradizione della «sora Felicetta», dello «spaghettaro» e di tutte le altre gloriose insegne del vero buongustaio.
Fillìa nel movimento futurista sarebbe come il luogotenente generale della squadra d’azione. Non si accontenta di lanciare delle platoniche idee, ma cerca di farle penetrare, le sostiene, raccogliendo sempre di persona. Raccogliendo magari qualche torso di cavolo, qualche patata o altro legume, ma anche applausi, consensi, incoraggiamenti. I partigiani della pastasciutta speravano che il Manifesto della Cucina Futurista sarebbe rimasto semplicemente teoria, o schermaglia polemica o accademia letteraria. Non conoscono evidentemente quei cari ragazzi! I futuristi preannunciano infatti un’offensiva in forze contro la vecchia cucina. |
Ed anche un’idea pratica e originale: l’apertura di una cucina sperimentale futurista a Torino e che avrà per titolo «Taverna del Santopalato» nella quale verranno non solo futuristicamente studiate ma presentate al pubblico le nuove vivande. Così Torino, di questo passo, si avvia ad essere culla di un altro risorgimento italiano, quello gastronomico.
Carlo Mollino e la Casa del Sole
In Borgo Vanchiglia passarono anche noti attori, cantanti, ceramisti ed architetti, fra i quali il grande Carlo Mollino (1905-1973) che abitava in via Napione, dove attualmente è attivo un museo a lui dedicato, visitabile solo su appuntamento. Architetto, designer, fotografo e scrittore, Mollino fu un appassionato della montagna e maestro di sci. A Cervinia frequenta Leo Gasperl, campione del mondo di sci, e nel 1950 pubblica un importante volume sul discesismo.
Ed è proprio sullo sfondo del paesaggio alpino di Cervinia che Mollino realizza la Casa del Sole (1947 – 1954), edificio entrato a far parte della storia dell’architettura alpina del ‘900. Una struttura in cemento armato di 11 iani, la più modernista costruita dall’architetto in alta quota. Un vero e proprio grattacielo dallo stile inconfondibile, concluso al top da una capanna in legno, posizionata asimmetricamente. I venti appartamenti del condominio sono progettati con i criteri del moderno residence: servizio di ristorante, lavanderia, market, garage, portineria e arredo su disegno. Una cura speciale è dedicata proprio agli elementi di arredo, realizzati nel 1953: attorno ai camini a pipa sono disposte sedie e tavolo di un unico tipo. Il letto matrimoniale è composto da una coppia di letti singoli che possono anche essere impilati a castello. Gli armadi sono ricavati, e scompaiono, nelle boiseries. La Casa del Sole è l’unico progetto di Mollino, noto per i suoi pezzi unici, i cui interni sono composti con moduli seriali ad arredare “unità abitative” per futuri clienti. |
La ceramica futurista e spazialista di Camillo Lusso
Ricordiamo, inoltre, che Borgo Vanchiglia eccelse anche nelle cosidette arti minori, come la ceramica. Attiva dai primi anni del secondo dopoguerra la Manifattura Ceramica Lusso, di proprietà di Camillo Lusso e della moglie Maria Luisa Rissone, realizza nella sede di via Bava 16, una ampia e stupenda produzione di terraglie e maioliche in stile futurista e spazialista.
Dalla seconda metà degli anni Cinquanta collabora com la manifattura, da indipendente, il noto scultore e modellatore Mario Mesini, già attivo presso la famosa casa d'arte Lenci.
Dalla seconda metà degli anni Cinquanta collabora com la manifattura, da indipendente, il noto scultore e modellatore Mario Mesini, già attivo presso la famosa casa d'arte Lenci.
E per finire il vero swing del secolo scorso
Il Trio Lescano ebbe un grande successo tra gli anni '30 e '40. Era formato dalle sorelle olandesi Alessandra, Giuditta e Caterinetta Leschan. Figlie di artisti di circo, vennero in Italia come ballerine acrobatiche. I loro maggiori successi furono: Tulipan, Pippo non lo sa, Maramao perché sei morto, registrati nella sede EIAR di Torino dove arrivarono nel 1935.
Inizialmente abitarono in un appartamento in via Lanfranchi 24 poi in via degli degli Artisti 26. Da ricordare, in ultimo ma non per ultimo, il noto cantautore, polistrumentista ed attore Fred Buscaglione (1921-1960) che abitò in via Bava 26 bis, dove risiedeva anche il suo grande amico, il paroliere ed autore televisivo Leo Chiosso (1920-2006). |