Nome: Torre Andrea Doria
Località: Imperia Oneglia - Liguria Ubicazione: Area Renzetti ex carceri Tipolologia: Residenziale, uffici e commerciale Piani: 18 fuori terra + piano attico terrazzato con torretta Altezza: Metri 75 circa Progettista: Architetto Cesare Chiari di Casarza Committente: Famiglie di Imperia e del Golfo di Diano Marina, e noti orafi di Valenza Po Anno di realizzazione: 1966 |
Note: Cesare Chiari di Casarza, l’architetto ligure che aveva elaborato il progetto per l’imperiosa torre di 18 piani nel 1966, era stato obbligato a rispondere ad elevati standard di solidità ed a requisiti antisismici provati, visto che non era trascorso nemmeno un secolo dal devastante terremoto del 1887, che aveva raso al suolo Oneglia.
Il progetto di realizzare un grattacielo nel centro storico, nasceva mentre a Imperia era sindaco Giorgio Verda. Erano gli anni del boom dell’edilizia oltre che dell’economia.
L'edificio sorse per recuperare, con un esempio di modernità, l’area delle ex carceri, vecchio penitenziario demolito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Famiglie di Imperia e del Golfo Dianese con noti orafi di Valenza Po, decidono di presentare il piano con il grattacielo: siamo negli anni in cui il più alto edificio moderno è il Pirellone di Milano, poco oltre i 100 metri.
La torre imperiese sfiora gli 80 metri. Non è in ogni caso condivisibile la critica a priori del suo linguaggio architettonico, che non è certo un esempio di edilizia senza stile, quanto una chiave di lettura di quello che era il modo di pensare e realizzare edifici in quegli anni.
Uno stile che nel caso di Imperia, mette da parte certi brutalismi legati all’uso indiscriminato del cemento a vista, per dare spazio a finiture che all’epoca erano di pregio: serramenti di alluminio, rivestimenti minerali, parapetti in cristallo.
Le forme, le finiture ed i materiali; tutto molto lontano da quello che ci si aspetta da un progetto di oggi, ma allora quello era il trend e soprattutto la nuova costruzione, il grattacielo, rappresentava il simbolo di una città che aspirava a crescere e rinnovarsi.
La Torre Andrea Doria non avrebbe dovuto restare l’unico edificio alto di Oneglia: nell’area ex Renzetti avrebbe dovuto sorgerne un secondo, ed un ulteriore costruzione elevata sarebbe dovuta comparire nell’area ex Ferriere: progetti che appartengono però ai lontani anni ’80 del secolo scorso.
Il progetto di realizzare un grattacielo nel centro storico, nasceva mentre a Imperia era sindaco Giorgio Verda. Erano gli anni del boom dell’edilizia oltre che dell’economia.
L'edificio sorse per recuperare, con un esempio di modernità, l’area delle ex carceri, vecchio penitenziario demolito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Famiglie di Imperia e del Golfo Dianese con noti orafi di Valenza Po, decidono di presentare il piano con il grattacielo: siamo negli anni in cui il più alto edificio moderno è il Pirellone di Milano, poco oltre i 100 metri.
La torre imperiese sfiora gli 80 metri. Non è in ogni caso condivisibile la critica a priori del suo linguaggio architettonico, che non è certo un esempio di edilizia senza stile, quanto una chiave di lettura di quello che era il modo di pensare e realizzare edifici in quegli anni.
Uno stile che nel caso di Imperia, mette da parte certi brutalismi legati all’uso indiscriminato del cemento a vista, per dare spazio a finiture che all’epoca erano di pregio: serramenti di alluminio, rivestimenti minerali, parapetti in cristallo.
Le forme, le finiture ed i materiali; tutto molto lontano da quello che ci si aspetta da un progetto di oggi, ma allora quello era il trend e soprattutto la nuova costruzione, il grattacielo, rappresentava il simbolo di una città che aspirava a crescere e rinnovarsi.
La Torre Andrea Doria non avrebbe dovuto restare l’unico edificio alto di Oneglia: nell’area ex Renzetti avrebbe dovuto sorgerne un secondo, ed un ulteriore costruzione elevata sarebbe dovuta comparire nell’area ex Ferriere: progetti che appartengono però ai lontani anni ’80 del secolo scorso.