Il Grattacelo di Garibaldi
Sulla facciata dell’edificio posto in viale Matteotti 73, c’è una lapide che ricorda il passaggio di Garibaldi da Forlì nel pieno della sua fuga dagli austriaci (la celeberrima Trafila), al termine della Repubblica Romana. Quando il palazzo comparve (l’abitabilità è del luglio 1955), ai forlivesi parve talmente alto che lo ribattezzarono “Il grattacielo”.
Forl: sulla facciata dell’edificio posto in viale Matteotti, 73, c’è un segno tangibile del passaggio di Giuseppe Garibaldi, colui che contribuì fattivamente all’Unità d’Italia sotto l’egida della casa regnante Savoia. Si tratta di una lapide posta nel luglio 1957 con la seguente epigrafe: “Come gli antichi lampadiferi Ravenna trasmise a Forlì, che con cura gelosa la protesse la notte del XV (15) agosto MDCCCIL (1849) nella casa Zattini Gori, sostituita da questo palazzo, la rossa fiaccola della libertà che ebbe nome Giuseppe Garibaldi, per consegnarla ai primi varchi d’Appennino a don Giovanni Verità ed oltre i passi montani, alle future fortune d’Italia”. Il palazzo cui fa riferimento il testo, è il condominio a sette piani realizzato in loco fra il 1953 e il 1955. A costruirlo fu la Socemi (Società Costruzioni Edili Milano) su progetto dell’ingegnere Pandolfo Damiano.